Ulan Power

Alessio Saitta


 
Da qui dal centro esatto di questo mondo possibile - il migliore dei mondi possibili - che senso avrebbe avuto immaginarne la disgregazione, se non per disgregarlo appunto - anticipare, altro che prevenire - è quando diviene palese che stai ritirando i tuoi soldi perché temi il fallimento, proprio in quel momento, esiste la possibilità che la banca fallisca, per effetto dell’esempio - se fossi seguito come esempio - oppure per necessità, scoprendo di essere l’unico depositante.

Non c’è proprio limite alla follia del momento.

Sceglie un nome che non lo descriva
questa volta chi se ne importa
pure disonestamente
per suonare le tagliatelle senza rimorsi
finalmente.

Ha abbandonato il suo vecchio bisogno d’esser compreso o quantomeno posseduto. Ha persino abbandonato il vecchio collare da cane che portava solo per sottolineare questo fatto: che tutti in qualche misura siamo posseduti, certo, anche quelli che tutti invece sembrano possedere, sono oggetto d’un possessione più alta, più vaga, più sincera forse, ma sempre d’esser posseduti si tratta.
L’uomo stesso probabilmente, in quanto non deperibile né convincibile alla resa, fu il primo oggetto ad essere posseduto - il primo animale ad essere addomesticato.

Ma anche a proposito del mare, non sembra esservi altro oltre la sua naturale repulsione per i quadrupedi.

I bipedi i volatili i rettili - purché striscianti - non hanno alcun effetto su di lui.
I conigli poi, come esempio di quei quadrupedi che però hanno l’abitudine di stare anche solo sulle posteriori, fanno meno effetto.

Sono proprio i quadrupedi, quelli che scalciano e gli impigliano la rete. Ma cosa ci fanno i quadrupedi in fondo all’oceano? Cosa ci fa la sua rete trascinata in mezzo al cielo?

Non è una buona metafora la sua rete. Come può essere una raffigurazione della sua sete di conoscenza con tutti quei buchi?

La vera conoscenza non si occupa della faccenda dei nomi. Non si occupa delle misure. Non si occupa dei rapporti.
La vera conoscenza si occupa di quel che è proprio per quel che è, senza dovergli dare un nome, o misurarlo, o porlo in relazione con qualche altra cosa - quale altra cosa poi - con cosa si può confrontare TUTTO quel che è? 

Che per ora non ha volto
ma lo avrà e non importa se ogni volta ne avrà uno diverso.

...Perverso?

Sono i buchi della rete, che richiamano i buchi vuoti dei suoi occhi, il buco tremulo della sua bocca, altri buchi rossastri dei quali è più pudico non parlare affatto.

Perché da un buco può uscire qualunque cosa.
Se si tratta solo del caso un caso vale l’altro in verità, e che differenza qualitativa può esservi tra un budino di cellule malassortite ed un’intera orchestra - con tanto di fiati - impegnata a suonare l’alleluja di Bach?
Ogni orchestrale potrebbe inoltre pedalare su un piccolo triciclo giallo e neanche questo sposterebbe di una virgola il fatto che non ci sia alcuna differenza qualitativa, rispetto all’emersione dal caos. 

“Quello di cui è difficile rendersi conto, è l’assoluta delinquenzialità del soggetto in questione. 
Sembra sinceramente contrito, lo so, sembra del tutto inerme e sopraffatto dagli eventi, sembra in effetti la vittima di un complotto cosmico che avesse come obiettivo proprio lui - o almeno certamente la sua dignità - sembra soffrire sinceramente, certo.
Ed invece si tratta di una maschera, attraverso la quale cattura la vostra pietà e la ripone nel suo ipotalamo, ridistillandola in energia viola, senza che ve ne accorgiate minimamente: ma non vi sentite sempre un po’ svuotati quando infine abbandonate il suo capezzale?”

La verità tradizionale è conoscerne l’essenza ma non l’accidentale - che poi è mondo mortale, reale - e l’episteme resta assolutamente fermo.

Sovrastare il mare appunto. Altro che uscire dal niente non preparato e poter essere qualunque cosa, qualunque angoscia: abbiamo già controllato le matrici e nulla può essere nulla fino a questo punto: abbiamo verificato che ogni matrice dia luogo a qualcosa di preciso e di finito che nasce dal nulla e rientra nel nulla per prendere un’altra forma a caso da una matrice a caso. Ma le matrici non sono infinite. Sono molto poche invece - relativamente parlando - ma ogni numero è relativamente piccolo, rispetto all’infinito.

Metodizzazione:

E’ qui dal centro esatto di questo: esempi di analisi riduzionistica dell’orientamento come migliore - dei mondi possibili - la migliore matrice possibile.
Come vietato uscire nel raggio di cinque chilometri o bere dal rubinetto..
Che sennò ‘le radici’,’i pilastri principali’ o ‘fondazioni’ di cui aiuto a immaginare la disgregazione, si imposterebbero senza regola e messa a fuoco, e nulla più. 
Anche se la pioggia continuerà a cadere sulle regioni mediorientali. 

Non ci sono limiti - nessun limite appunto - la musica è qui per ridurti ad una poltiglia - altro che le parole: i pregiudizi ormai si fondano su musiche ed atmosfere, odori, ambienti. 
A volte anche abiti stracolmi di monaci che si toccano si toccano. 
Ed alzano la sottana.

Del resto, il piacere è disgregarlo appunto - anticipare: che padri e figli morti per salvare il cane. 

E senza questi, ‘nessuna di queste cose’ avrebbe significato nulla, quando diviene palese che stai rigido perché temi il fallimento, proprio al principio dell’azione, e che la vita praticamente esiste, e dunque la possibilità che la base sia connessa con con tutte le attività umane - piacevole effetto dell’esempio - se fossi seguito, parlando più strettamente per gli interpreti ufficiali del tempio - oppure per necessità, scoprire nel piacere e nella fuga nel dolore, che la vittima era l’unico depositante.

Rinchiudetelo! Studiatelo!
Ma lasciatelo vivere!

Chi si fida del rischio duemila.

Differenziali immaginari di ipotesi mai realizzate se non nella stupidità del corollario snocciolato a brani come un rosario mesto a grani arancio e grani verdi - molto nuovo avvento - questa faccenda resta sospesa nell’agnostica attesa di ciò che nessuno sa se potrà venire.

Ma gli innocenti combattono
e dunque combatti gli innocenti
come potrebbe essere altrimenti?
Lo conosci quello legato al palo?
Se qualcuno non li aggredisse per primo, come potrebbero definirsi innocenti?
La qualità dell’innocenza è di non aver freno, perché l’innocente è buono, ed il buono non solo è eterno, ma sconfinato.
Solo il buono è eterno, che vince contro il malvagio che viene distrutto e resta solo il buono, solo & per sempre, come era all’inizio, quando il malvagio non c’era.
E quindi è il malvagio che inizia e finisce (finisce distrutto) mica il buono, che c’era da prima - ed è per questo che ha sempre ragione.
E ci sarà pure alla fine - e perciò è buono per definizione, postuma almeno. 

Sarà lui quello che resta a firmare il verbale, no? 

Il cerchio, intanto che riflette, gli si stringe attorno.
Sa di non aver più molto tempo. Dovrebbe già aver fatto il 90% di quello che aveva da fare. Senza non partirà nessuno. L’intero micromondo è sulle sue microspalle.
...Anvedi che microscatole. 

Questo mondo - nuovo mondo - così ricco eppure così vuoto mi guardo attorno e non vedo nulla di quello che cerco. 
Tendo l’orecchio alla disillusione che si manifesti allora in parole parole parole.
Si manifesta in desolazione. 
Interiormente.
Senza nessun appiglio critico, prescindendo in effetti dal contesto, si può dire vigliaccamente?

Mentre lei passeggia la sua birra ed i suoi calzoncini nuovi da venti dollari - ottenuti per nulla, che fortuna, ogni tanto pure capita anche questo: per nulla davvero. 
Probabilmente è proprio per questo che stasera è più spavalda.
Ma non è sempre festa, bambina. 
Anzi la festa finisce proprio quando ci si ambienta - è ovvio - e fossi in te starei più attenta.

Ecco qua.

Intanto vengo rimosso e basta. Pensavo d’esserci e non c’ero. E devo ancora dedurne tutte le conseguenze: tutti i luoghi specifici, dove pensavo d’essere e non ero. 
Un rampicante senza radici che continua a respirare finché non muore e quanto ci mette ad accorgersi che non ha radici?
Le foglioline continuano a scindere la luce ma senza nessuna speranza non hanno ricambio non pescano più non servono più ma intanto scindono finché respirano perché non hanno alcuna scelta.
Nessuna intenzionalità è applicabile, si seccano, bruciano, cadono. 

Ulan il pianeta plastico posto a tanti milioni di anni luce da Terra, che pure viaggiando per dimensioni esponenziali rispetto alla luce, pure infilando ogni tunnel che si conosca, e pure incoscientemente approfittando di quelli che si scoprono per strada - sempre riferendosi alla possibilità di trovarne SOLO di funzionanti e percorribili dunque - di non essere disgregati o sparati chissà dove o di non esser cotti dal cuore di una stella, tanto per intenderci: basterebbe sbagliarne uno. Al primo è finita davvero. Anche così ci vogliono un migliaio d’anni terrestri. 

Nessuna intenzionalità è applicabile tranne i percorsi della memoria che continuano a vedere i luoghi dove arriva mentre muore.
 

Varie: 

al di là delle reti c’è il caos...

Una creatura incapace di provare piacere è irreale, e potrebbe anche non esistere... 
Per giunta sembra esservi dell’altro, oltre la sua nudità.
E come comportarci con una creatura che abbia la pulsione per i quadrupedi? 
Se la ricompensa non fosse gioia, poiché i volatili i rettili - purché striscianti - e da che l’uomo può essere frenato (deterred), non c’è più alcun effetto su di lui.

Il foglio verso l’astensione.

Al di là del modo come viene comunemente rappresentato o raffigurato.
Fino all’angolo esatto del logo ed il suo colore.

La morale e la politica, la capacità di soffrire, e conigli poi, come esempio di quella domanda di base da porsi circa gli uomini, che hanno l’abitudine di stare anche - ma possono parlare? Ma possono soffrire?

Eppure la realtà avviene.
Non puoi nemmeno dubitarne, se non dubitandone, e non è già questa una ulteriore prova?

Il foglio verso l’estensione. 

(Ma a posteriori, fanno meno effetto) 

Quando incontra se stesso nel luogo dove si aspettava che fosse è contento - anche se non ne da alcun segno visibile - si muove qualche appunto tanto per abitudine ma senza cattiveria.
Si aggiusta il nodo della cravatta e si spazza la forfora dalle spalle della giacca.

Gli ulani hanno bisogno di mandare messaggi indietro nel tempo, per una navigazione funzionale agli estremi della galassia - come potrebbero fare senza, da un punto vista tattico? 

Non accetta nulla di quanto venga detto su questo argomento, a prescindere dall’oratore, non c’è nessuno che possa osare a suo parere.
La sensazione è strana perché è da molto, in effetti che manca - meno di una vita intera, certo, ma sarebbe potuta mancare di più?
Ora lui non sa che farsene di tutta la vita che gli avanza, fallito il suo main meeting cosa dovrebbe restare a fare?

E la prima volta che si erano incontrati lei era una zanzara. 

L’ultimo testimone come al solito non ha nome. Sarebbe troppo facile eliminarlo sennò. Non è ultimo per caso - è una questione di selezione. 
E curiosamente resta per ultimo sempre il più basso.

L’ulano nessuno sa dove sia e neanche i venusiani riescono a tracciarlo. Il messaggio era chiaro però. Un rapporto standard ulano a retroazione temporale. Solo gli ulani possono ciò.

La comunicazione si compone dei dettagli della comunicazione. Gli aspetti positivi non hanno alcuna importanza oltre l’esito - se negativo - se positivo vengono invece dimensionati a seconda di quanto, sia in effetti positivo.
Il negativo invece, sembra non aver limite.
Questo perché lo standard del piacere è più facile al precipitare che allo schizzare. 

Quello che è più importante è quello che viene considerato dovuto. E questo rimanda alle singole personalità - singole divinità - sensibilità.

I venusiani mettono in giro un nuovo tipo di lattina - la spacciano in tutti i supermercati della terra - uguali in tutto e per tutto alle lattine di coca, di pepsi, di chinotto, di aranciata e gazzosa più in voga - infatti le lattine venusiane sono del tutto lucide nelle astronavi, ed è solo quando sono poste a contatto con le lattine da affiancare, che ne imitano motivi & colori.

Eppure così differente, così capace di avere ins ed outs ed interessi da tutelare: sarebbe non trattarlo, quello di cui è difficile che ci si renda conto,
la delinquenzialità del soggetto in questo e nelle realtà politiche e morali, l’eguaglianza poi, sinceramente contrita, lo so, sembra cosa di questi giorni. 
Facendo diversamente si resta imberbe e sopraffatto dagli eventi, mentre lui sembra la vittima di un complotto cosmico che possa esser praticato solo tra esseri capaci di sensibile obiettivo.
E proprio lui - o almeno certo tra gli esseri che siano in grado di sentire uguali malignità - sembra soffrire sinceramente.

Ma quale motivo può avere una lattina?

(Ma se osassi lasciarmi andare chi mi verrebbe a ripescare?)

L’uomo col megafono sorride strano, ma sono soltanto smorfie di freddo, con tutta questa neve che fa tanto pura mattina, le nostre nuvolette e l’alieno a strisce che balla, e la birra calda schifosa ma gratis e la tizia con la gonna scozzese che si accuccia e si libera in mezzo alla folla che ondeggia.

Lattine che esplodono dentro frigoriferi che esplodono, partorendo enormi scimmioni bianchi a quattro braccia.

Il rispetto del sogno - il rispetto del sogno.
Altrimenti non potrete chiedere anticipi.
Sappiatelo bene.

L’alieno a strisce che saltella ad altezze apparentemente impossibili in questa condizione di gravità ma lui se ne frega e forse ride, se fremere le ali e strizzare il grugno in questo modo lo considera ridere, senno chissà che cazzo fa.

Nel cranio di ogni scimmione (soma) c’è una scatola metallica leggermente più piccola della lattina venusiana originale, composta a sua volta di due parti distinte: 

- Il supporto vitale che contiene l’alieno vero e proprio: una medusa venusiana mutante - in tutto e per tutto identica ai suoi simili su venere, solo che quelli sono di tre metri e questa di cinque centimetri. il supporto è del tutto autosufficiente, essendo rifornito di ossigeno e cloro direttamente dal sistema arterioso del soma.

- Un piccolo cervello positronico interfacciato da un lato al supposto vitale, dall’altro al sistema nervoso centrale del soma, il cui encefalo è piuttosto ridotto dalla cavità che ospita la lattina.

Non piacere e dolore, ma la loro felicità.

Non dovrebbe essere infatti, ed invece si tratta solo di una maschera attraverso la ragione, e la gran quantità di piacere e dolore di cui pare esser fatto, cattura la vostra pietà e la ripone nell’uomo, e dunque i due non vanno trattati come due, ridistillandoli in energia viola, e perciò non devono essere maltrattati. 

Senza notorietà non c’è attrazione.

E intanto scatta la solidarietà internazionale. 
Ma è’ possibile che non ve ne accorgiate minimamente? Ma no...
L’esperienza è estremamente piccola. 

Anche noi umani per esempio, all’inizio eravamo proprio pochini e ci aggiravamo randagi e ci si grugniva solo tra consanguinei e si andava intorno cercando bacche e funghi.
Poi le baccanti scoprirono le bacche da cui si fece il vino, ma non lo dissero subito e per un po’ nessuno capì perché facessero tutto quel casino (baccano) e non si sapeva nulla di cosa accadeva nei baccanali.
Ma quando si venne a sapere nessuno voleva perdersene uno e così ci mischiammo e proliferammo.

Sì. 
Solo che ti attende senza schiccherare come tu possa crederlo questo non è affar mio, ma la tua esistenza sulla tavola non è finalizzata al panno verde né agli immobili spettatori plastificati, arbitri guardalinee appositi ometti per la rimessa - tutto questo potrebbe esser superato se solo tu lo volessi - portieri speciali per le rimesse da fondocampo. 

(E di quei pochini che andavano intorno cercando i funghi?)

1) l’alloggio - tana, casa, roulotte

Al terzo tocco sei fuori se non colpisci e poi da capo e poi da capo per alcuni questo è ritmo  per te una sisifa fatica che neanche ti appartiene tranne quando la traiettoria ti portasse oltre la linea oltre la tavola nel vuoto assoluto che ti separa allora da terra ove-si-viene-immancabilmente-schiacciati e prospettive annichilenti di nastri adesivi del tutto approssimativi ed appiccicaticci, colle istantanee ed infine silicone e allora chi ti schioda più? 
E resterai relegato a fondo campo per sbrogliare le mischie più gravi ma del tutto incapace di tocchi leggeri o di svicolare come una virgola perfetta, macché:

2) la ristorazione - rapa, zuppa, cotechino

quello che gli risulta del tutto inconcepibile ed alieno è questo fatto di staccare i piedi da terra per spostarsi. Sa che non ci si abituerà mai e si rende conto di quanto la sua avversione lo ostacoli in questo aspetto del programma di addestramento.
Spesso dubita del fatto d’esser scelto, anche se le profezie della sua sesta madre si sono sempre avverate. 
Non ci si immagina proprio su quel pianeta lontano a fare finta d’essere uno di quegli strani mostri bipedi. Certo non è che dovrà stare sempre a camminare, e però sa bene che dovrà farlo ogni tanto. E dovrà farlo comunque parecchio alla fine, per non dare nell’occhio tra gente che lo considera del tutto normale. 
Per quanto riguarda gli spazi aperti il problema è dissimulabile, ci sono gli autoveicoli per gli spazi aperti, ma al chiuso?
Anche contando di poter strisciare tranquillamente, nel privato del suo alloggio, dovrà sempre raggiungerlo e lasciarlo, almeno una volta al giorno. 

3) il trasporto - gambe, bici, jeep

Chiama negri anche quelli viola o celesti, non si preoccupa dei dettagli, osserva le sue cose incredibili del tutto certo della logica che giustifica lui e nessun altro, tutto il resto è una specie di perversione, in ogni quanto altri piani divergano dai suoi - nel senso di cazzi suoi - anche il minimo cazzo è ben più importante di ogni possibile aspettativa altrui, che non ha mai giustificazione - questo per principio e con tutta la necessaria violenza, sempre e solo esercitata in semplici omissioni - scissioni dal legame empatico col resto dell’umanità che fa sì che un uomo è una creatura sensibile, tutte le creature sensibili sono uomini? Quello che ho davanti è un uomo? E’ sensibile? Come scoprire e provare, questa sensibilità, in quanto sensibilmente più o meno prossima dalla mia?

4) l’intrattenimento - sesso, sesso, sesso

Oltretutto il tempo nel quale poteva abbandonarsi a tali frivolezze era finito, lo sapeva, finito del tutto, adesso nessuno sarebbe mai più venuto a consolarlo.
I mondi non smettono mai di girare, anche se talvolta i soli si fermano uguale; ma questo significa che è il tempo che si è fermato - i pianeti davvero non si fermano mai - il tempo soggettivo per lo più... E quindi se dovessi mai vedere che il sole si ferma, pensa che è il tempo che si ferma, il TUO tempo, che si ferma, nell’avvicinamento tendenzialmente infinito alla morte, magari. 
Sapere se si tratta proprio di questo lo si può verificare con un semplice esperimento: prova a guardare anche il resto, oltre il sole, e se vedrai gente che cammina normalmente, gocce che gocciano, alberi che continuano a stormire, addirittura uccelli che volano, allora no, allora non è il tuo tempo... E’ il sole che si è fermato.

5) il credito - conchiglie, contanti, VISA

Quello che gli risulta del tutto inconcepibile ed alieno è questo fatto di staccare i piedi da terra per spostarsi. 
Sa che non ci si abituerà mai e si rende conto di quanto la sua avversione lo ostacoli in questo aspetto del programma di addestramento.
Spesso dubita del fatto d’esser scelto, anche se le profezie del suo terzino materno si sono sempre avverate. Non ci si immagina proprio nel mondo oltre il panno a fare finta d’essere uno di quegli enormi mostri bipedi. certo non è che dovrà stare sempre a camminare, e però sa bene che dovrà farlo ogni tanto. E dovrà farlo comunque parecchio alla fine, per non dare nell’occhio tra gente che lo considera del tutto normale. 
Per quanto riguarda gli spazi aperti il problema è dissimulabile, ci sono gli autoveicoli per gli spazi aperti, ma al chiuso?
Anche contando di potersi schiccherare tranquillamente, nel privato del suo alloggio, dovrà sempre raggiungerlo e lasciarlo, almeno una volta al giorno. 

6) l’informazione - scatole, scatole, scatole.

Ci saranno movimenti di tipo diverso - ma in ogni caso movimenti. Ci saranno momenti diversi, ma in ogni caso momenti.

7) la tutela fisica - corda, manette, lettino

E tutto comunica sempre.

8) la tutela psichica - urla, bacchetta, TV

Ad esempio volando
senza restare invischiati
nei bar
piccoli
traffici
punte
cappuccini
sigarette
gli anatremi
i patemi
e poi
i soliti andirivieni.

9) la struttura - totem, feticcio, TV

Ma il modo migliore per fidelizzarlo è naturalmente di farglielo/la assaggiare.

Cerimoniali
palle
palle
piccoli funerali
addirittura imperiali
benché del tutto
immateriali.

Non aspettano i fiori
e non c’era recapito
nessun discapito
da gran signori!

Perché il segreto è superare
superare comunque
superare fino
ed oltre
il dunque.

Lo scimmione cresce in modo rapido e controllato attorno alla lattina.
Purtroppo non c’è modo di far crescere anche un’ arma, è così il cervello positronico contiene gli schemi di tutti i più comuni armamenti che può incontrare sul pianeta di modo che sappia usare bene ogni arma e possa approfittare d’ogni occasione, impossessandosi via via d’armi più sempre più potenti.

L’armonica disposizione delle sementi per i boschi sacrificali che crescono a forma del sistema sanguigno della vittima designata.

Impazzire a seconda delle circostanze. Che faccia comodo oppure no, ma come può far comodo impazzire?
Di quali circostanze stiamo parlando?

Per circostanza magari possiamo intendere anche semplicemente lo scoprire la strana forma del boschetto dietro casa e non poter smettere di pensarci e ripensarci, a come possa averla assunta.
Quante possibilità ci sono in effetti, che l’abbia assunta spontaneamente? E quanti giardinieri ci sarebbero voluti per fargliela assumere e mantenere? 

Infatti sempre un po’ svuotati - quando si è infine privati della vita senza una quantità di dolore - ma quale capezzale?

Per circostanza possiamo forse intendere quel particolare pudore col quale i pensieri ci girano attorno senza affrontare il VERO argomento, cambiando di livello non appena si accenni ad un risveglio, ad una fuoriuscita dal torpore, repentini i pensieri si truccano passando di figura in figura, di viso in viso alterando e scambiando, mistificando con ossessiva puntigliosità fin nei minimi particolari che vengono riportati tutti per quanti siano, ma ecco, non certo all’interno di una riconoscibile rappresentazione dell’ordito originale... qualcosa di completamente diverso e fuorviante anzi, di misterioso e completamente alieno, ma seducente, in virtù proprio di quei particolari che non possiamo fare a meno di trovare familiari e consueti - domestici - nel loro trovarsi sempre dove ci aspettavamo, in effetti, di trovarli. Renderebbero cara qualunque struttura. Qualunque alterazione che rispetti i particolari. 

Alla quarantesima settimana la placenta si riempie di piccole ulcere ed il feto muore. Dopo lo schianto segue un attimo di infinito silenzio. Misure disciplinari. Viene dichiarato esplicitamente circa i danni da inalazione: non c’entrano nulla i contrappesi - si trattava di materie prime militari - uranio impoverito - bossoli arricchiti.
Basta dichiarare una guerra in un posto qualunque e ci si può disfare di tutte le scorie che si vuole, fissandole sulla punta del proiettile, aumentandone il potere di penetrazione. 
Chi perde paga ed i cocci sono suoi. Ci mancherebbe che dovessi andare a riprendermi i bossoli. 

Se non è possibile seguire il caso - a meno di non cadere vittima della stessa dipendenza - la dipendenza sviluppa nuove sensibilità propedeutiche ad una realtà diversa, ma sempre coerente e del tutto oggettiva.
Se  è con questa realtà-altra che il paziente intrattiene un rapporto, è in questa realtà-altra che va cercata una soluzione, e non ci si può accontentare dei resoconti del paziente, che tenderà a nascondere particolari ed informazioni preziose, temendo chissà quali svantaggi, in preda ai più comuni ed immediati sintomi paranoici.

Lui respira sangue, ad ogni boccata se ne riempie la bocca come se l’aria ne contenesse miliardi di parti in sospensione, non riesce a trovare l’aria e rischia di affogare fino a che non usa un  fazzoletto come filtro ed allora si comincia a calmare e si guarda attorno in cerca di altri sopravvissuti.

Solo punture di zanzara all’origine, che però non smette mai di grattarsi e stuzzicare finché non sanguinano e fanno la crosticina, che poi lui stacca e succhia dalla ferita e la lascia riformare finché non prude ed allora se la gratta via e stacca i resti dai bordi della ferita con i denti, via via allargandola, sino ad avere le braccia ricoperte di ulcere tonde varchi nella pelle per la carne viva che pulsa e si inumidisce.

La sua ombra arriva all’altezza di un uomo, ma questo solo perché si è posto così vicino alla sorgente di luce. 
Ma il trucco funziona male a causa della sua vocina stridula che ne tradisce le dimensioni reali.

Non così suscettibile a trasformarsi in aereosol.

L’aria densa dell’odore di quello che continuano a bruciare nei bidoni - dio solo sa cosa sia - ogni tanto una fiammata più intensa si solleva ed illumina il capannone. I ganci che scendono dal soffitto di travi e putrelle. Il mostro meccanico che gira lungo il perimetro. Le batterie multiple di tamburi, mute per mancanza di concertisti.
E’ la prima volta che accade, ma c’è sempre una prima volta, e tutti se lo aspettavano oramai, dato il diffondersi del morbo, doveva pur arrivare il giorno che non ci sarebbero più stati concertisti.

Entravano feriti dalle piaghe piene di polvere e tra questa sicuramente uranio. Dovevano monitorare su di noi gli effetti, prima di avvisare. Solo così può ottenersi un informativa completa. Gli autisti sono tutto il giorno sulle piste - una cavia 
più che ideale.

Lei lo considera meno di un barattolo e la pietà le è del tutto aliena - casomai indice di debolezza, minaccia alla purezza del suo intento.
Il massimo dell’efficenza si ottiene senza porsi affatto il problema.

Alcuna traccia dei suoi pensieri precedenti. Nessuna storia. Potrebbe essere un complotto se riuscisse a credere che qualcuno possa averlo attuato. Ma come avrebbe avuto accesso al suo ingresso in/out?

Non mi toccate!

Neanch’io mi tocco, vedete?
E quando mi assento sparisco e basta
nella forma (shape) del momento
e poi
l’adorazione di Natuzza
è pure ammessa dalla chiesa!

I primi duecento scimmioni bianchi esplodono in un supermercato di Baltimora. Il loro compito è estremamente facilitato visto che basta scendano di piano per procurarsi armi da guerra e munizioni per tutti - ciascuno per quattro mani - escono di lì come una banda di reduci rapinatori seguendo schemi tattici precisi coprono una zona di fuoco semplicemente impressionante.

1) informare
2) persuadere
3) distinguere

Adesso posso solo restare a guardarli mentre giocano. Avevo molta commiserazione prima. Adesso so che devo pensare anche a loro.
La tua anima per la mia e poi ognuno a casa sua.
Vibrazione - segnale - vibrazione - segnale - vibrazione - SEGNALE...
(O era l’altro pedale?)
La mia anima per la tua e poi ognuno a casa sua.
Era l’altro pedale.
Il confronto s’infiamma
non male non male
come minidramma.

Però gli scimmioni non sembrano avercela in particolar modo con gli umani. Conquistano i loro mezzi col minimo spargimento di sangue. Non attaccano le caserme. Non distruggono le città.
Nessuno immagina che cerchino solo l’ulano.

Rafforzare gli atteggiamenti/radicamenti:

La donna leopardo si asciuga i palmi sui fianchi tendendo la shirt sul pancino. Poi s’infila le mani nelle tasche di dietro, questa volta palmi sul culo, e scuote la testa per muovere i capelli. Senza un motivo preciso, forse per la semplice estetica del gesto. E funziona. 

Inspirò a lungo quel mondo nei suoi polmoni - e ve lo trattenne, per quanto bruciasse - come carte false - nel profondo.

“Estese e multiformi sono le mie benedizioni:
io sono la regina del sonno in ben più di un’occasione.”

Neanche sa che cosa dice, che cosa pensa, che cosa i suoi fluidi stiano facendo, quali alchimie, quali ermetiche configurazioni prenderanno i suoi valori enzimatici poco prima di questo nuovo pensiero e poco dopo, mutando al calare degli zuccheri un misto d’ansia alla calma precedente, scatta il tarlo di fare qualcosa ma cosa, succhi che si bilanciano - reazioni elettrolitiche - le sue rotelle, le sue rotelle, nulla riescono a suggerirgli, come avessero i dentini smussati ogni tanto girano a vuoto ogni tanto si riagganciano e mulinellano.
Comprare sigarette, ecco cosa. Ogni tanto rallentano con una specie di sibilo tipo treno in arrivo al binario, al che in genere sbuffa pure, completando e rendendo talmente reale la metafora da crederci egli stesso e di avvertirsi di rimontare in carrozza ogni volta che sente che sta per rimettersi in moto, anche se non sa per dove, la cosa più importante però - com’è ovvio - e di non restare a terra.

Dove ti aspettano le sette coppe ricolme dell’ira di Dio. Appeso ignudo e felice che straccia camicie - funghi e formaggio in cinque minuti. Piccoli viaggiatori - disinformatori - contagiatori di panico. 

L’ulano non salta fuori, non salta fuori.

Ma io sto solo cercando di far combaciare dei fatti
una cosa che probabilmente le interessa... Anche se certo avranno le loro buone ragioni.
Eh?
Non mi pare che questo la riguardi
ma potrebbe raddrizzarmi un po’
se venisse qui una volta alla settimana.

Qualche memoria e qualche vittoria
tutta una storia
...che noia.
 

 



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Data di pubblicazione 7/11/2000
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