Cara cugina,
io non so cosa si provi ad aspettare la vita.
Per mia fortuna gli sono sempre corso appresso;
la lancetta dell’orologio mi ha sempre preceduto e io sempre dietro a lei,
generoso ed ubbidiente.
Devi sapere, che ti ho sempre voluto bene. Ho
sempre serbato rispetto e amore fraterno nei confronti della tua persona.
Ti ho desiderata nel cuore come ho desiderato il babbo e la mamma.“Onora
il padre e la madre“. E ancora, con i soldi che ti spedisco appena mi è
possibile, lo posso fare. Vorrei in questo caso, confidare di nuovo nel
tuo buon senso: non spendeteli invano. Fatelo, se potete, per una causa
più che giusta, altro che per i confini. La terra poi, rimane terra,
e l’uomo da cenere ritorna cenere. Le tombe e i monumenti alle persone
sono solo enormi posaceneri. Tu non puoi capire, ma so che ti sforzerai:
ti sforzerai come hai fatto nello scrivere, nell’apprendere, nell’attendere
me, i miei cari e il tuo prete. Apprezzo sempre più i tuoi moventi,
le tue ambizioni, le tue paure, il tuo amore per le cose sane e buone.
Siamo fatti della stessa pasta. Conosciamo i nostri rispettivi limiti,
nonostante che per quanto riguarda la mia persona tutto questo ti parrà
impossibile. Sai, non sono mai andato a fondo nelle cose inique e questo
è il nonno, la sua saggezza. Senza alcun dubbio ti posso garantire
che è stato un buon nonno anche per te, nonostante l’assenza di
un’effettiva parentela fra voi due. Se si può essere marito e moglie
fra perfetti sconosciuti, si può essere anche nonno e nipote alla
faccia della consanguineità: anche se non lo si è, basta
volerlo e tu l’hai voluto. Lo cercasti come nonno appena dopo la sua morte.
Lo cercasti solo dopo aver compreso l’importanza di quell’ansa, ma ti assicuro
che lui si prese cura anche di te. Purtroppo eri piccina, troppo piccina
per poterlo ricordare. Qualcosa però ti ha lasciato. A me e a te
ci colpisce come un fulmine il disprezzo per la volgarità! La forza
bruta e l’ignoranza poi ci fanno trasalire: a te in cima ad una penna e
a me sull’orlo della trincea. A volte, nell’intimità, mi scopro
sempre meno comparsa in questo nostro teatrino: sempre meno comparsa e
sempre più protagonista e tu, prima donna, mentre reggi il gioco
sulla scena. Scrivi stralunati copioni e immetti verità, gioia di
vivere e momenti da vivere. Novità, come il burbero Nicola: il Taumaturgo!
Me ne parlava già il nonno sottoforma di leggenda astratta, me ne
parlava Arnaldo pompandone il personaggio come solo un barbiere chiacchierone
sa fare, distorcendone continuamente l’immagine a seconda del taglio di
capelli. Il Nicola, si poteva anche incontrare di persona in quel di Monterotondo,
ma che vuoi, ho preferito andarmene da casa. Al principio fu la Cina con
i suoi boxers e poi, via con la carriera del soldato. Ricordi, appena arrivai
a destinazione qui, in Anatolia, ti scrissi immediatamente, supplicando
le tue lettere. Avevo sete di te e chi mai poteva raggiungermi se non il
tuo affetto: babbo non scriverebbe mai ad anima viva e mamma non lo sa
proprio fare.
Cara e sempre compiacente Tina, quanto mai ti
devo?
Solo per il fatto di non sentirmi solo ...e ancora
un po' italiano, solo per il fatto di sentirmi ancora a casa.
E questa lettera è dovuta, anche se non
sò se andrà perduta (rima baciata un bacio!).”
Tuo Nino, per sempre |
