Mia cara M.

Nicola Vassallo


 
 
 Salerno 
Mia cara M., 
è molto difficile che io faccia leggere dei versi dedicati direttamente all’interessato, ma questa volta ho sentito di doverlo fare, quasi come un imperativo categorico. 
Mi sono naturalmente chiesto perché, subito non ho trovato una risposta che mi soddisfacesse, ma poi penso di essere riuscito a capire qualcosa. 
In fondo cerco solo di avvicinarmi un po’ di più a te, è semplice. Ho già fatto altri tentativi ma tu mi hai sempre respinto, mi hai evitato facendomi quasi perdere l’equilibrio. E qualche volta sono anche caduto, e le cadute lasciano sempre qualche ammaccatura. 
Adesso sono di nuovo in piedi, ma non so se alla prossima riuscirò ancora una volta a rialzarmi. 
Lunghe pause, lunghi silenzi, lunghe telefonate, ed io mi rendo conto che mi mantieni sempre più distante, costringendomi, mio malgrado, ad allontanarmi da te, e invece vorrei fosse il contrario. 
Nonostante ciò mi hai sempre affermato che la mia presenza ti è gradita, ed io ho osato anche sperare che sia necessaria, per come mi hai raccontato di sentirti nei miei momenti di cruenta assenza. Ma sono così confuso che ho pensato spesso (e forse lo penso anche ora) che la mia presenza è solo funzionale a qualche altra cosa che non so o non riesco a capire. 
Io rispetto molto il tuo disagio, non capisco certi tuoi comportamenti, ma mi sforzo di accettarli. Riesco a capire di meno (e di sicuro intimamente non li accetto) i tuoi tentativi di allontanarmi e contemporaneamente di cercarmi. 
A volte (e mi sembra d avertelo anche detto) mi sento così pieno di energie buone e positive, fiducioso di riuscire a comunicartele, sicuro di essere in grado di trasmettertele, entusiasta di dirti cose belle e gioiose che ho pensato solo per te, ma non appena mi avvicino a te mi sento respinto e rifiutato, anche se affettuosamente e con tatto. Allora sento come una sensazione di gelo, di brivido negativo che dai pensieri
scende fino alla bocca dello stomaco, che mi blocca e mi deprime. 
Tutto questo che ti ho scritto non vogliono essere accuse o “schegge”, né tanto meno voglio contribuire ad un ulteriore allontanamento, (anzi spero il contrario) ma sto solo cercando di farti capire come io mi sento, anche se immagino tu già lo sappia. 
È una situazione molto difficile e anche dolorosa, per me, eppure so di stare male se non ti sento almeno una volta il giorno. 
Sono stato molto indeciso se accompagnare i miei brevi versi che ti ho dedicato con queste parole, non voglio peggiorare le cose, soprattutto per te, prendile come uno sfogo di una persona che tiene molto a te e che ti vuole bene.  


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Data di pubblicazione 29/7/2000 
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